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FONDACO II

1505 – 1797

#FondacoHeritage

Il 28 gennaio 1505 il Fondaco bruciò completamente: il Consiglio dei Dieci, potentissimo organo di governo di Venezia, decise di dedicare tutti i materiali presenti in città – come ferro, pietre e legno – alla sua rapida ricostruzione con un ulteriore ampliamento degli spazi, grazie agli accordi presi con i proprietari degli immobili vicini. Per volontà del Doge Loredan furono investite somme ingentissime per dar vita già nel 1508 alla nuova sede e rafforzare la storica alleanza con le capitali economiche del Nord Europa. Forse progettato da Girolamo Tedesco, sotto la direzione di Giorgio Spavento e lo Scarpagnino, un grande edificio nacque con un’unica corte interna e tre livelli di gallerie con centoquaranta archi. Sulla facciata campeggia ancora oggi una targa lapidea con due putti e un’aquila con la scritta GERMANICIS D[icatum], dedicato alla nazione tedesca e all’interno, nel cortile, una lastra di marmo destinata allo stesso Doge. In seguito alla riedificazione, le pareti del Fondaco vennero completamente decorate, sia internamente che esternamente, da Giorgione e Tiziano, scelti dalla Serenissima. Il primo dipinse la corte interna e i lati esterni che si affacciano sul Canal Grande e il rio del Fondaco mentre il secondo le due facciate che danno sulla calle. Di questi affreschi rimangono pochissimi frammenti, tra cui La Giuditta di Tiziano, conservata alla Galleria Franchetti di Ca’ d’Oro, e la Nuda di Giorgione, esposta a Palazzo Grimani. Sempre del Giorgione è recentemente ricomparso in una collezione privata un frammento di Putto alato, che fu acquistato da John Ruskin nella seconda metà del XIX secolo. Il Fondaco era amministrato direttamente dalla Serenissima attraverso i Visdomini, tre patrizi assistiti da tre scrivani, il cui ufficio si trovava alla sinistra della porta d’acqua. Al di sopra della porta è ancora visibile un piccolissimo medaglione con la scritta Respice finem (parte finale del proverbio latino Quidquid agis prudenter agas et respice finem: qualunque cosa tu faccia, falla con prudenza e considera le conseguenze) per ricordar loro di agire con prudenza e responsabilità. La struttura ospitava permanentemente circa 120 mercanti oltre ad un numero notevole tra imballatori, cuochi, trasportatori, pesadori, ligadori, un masser o fontegher che si occupava di ritirare le armi, assegnare le stanze e tenerne le chiavi. Nel 1576 vi erano 72 camere, nel 1646 80 ½; il pianoterra era costituito da 25 grandi volte usate da magazzino e locali per i lavoranti. Al primo piano, dalla parte del Canal Grande, si trovavano la Sala d’Estate e quella d’Inverno, in cui i mercanti si riunivano e consumavano i pasti, nonché le stanze dei Fugger e dei Kolb, prestigiose e ricchissime famiglie di banchieri e commercianti nell’Europa del Cinquecento. L’ultimo piano ospitava un archivio, un luogo di incontri per le funzioni religiose, l’appartamento del pastore, una cucina. All’esterno, separate dal Fondaco, 22 negozi affittati ai Veneziani.

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