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FONDACO I

1222 – 1505

#FondacoHeritage

La parola fondaco (fontego in veneziano) deriva dal termine arabo fundùq che, a sua volta, riprende quello greco bizantino πανδοχεῖον (pan-dochèion,“il luogo che accoglie tutti”) e indica un edificio diffuso nel Medioevo e in Età Moderna tra il Mediterraneo e il Mar Nero in cui, per concessione dell’autorità del luogo, i mercanti collocavano le loro merci, svolgevano le loro attività commerciali e, spesso, anche risiedevano. Il primo Fondaco dei Tedeschi fu costruito tra il 1222 e 1225 nella zona di Rialto per ospitare mercanti e prodotti provenienti dalle Fiandre, dalle città della Lega anseatica fino alla Polonia. La legislazione mercantile della Serenissima stabiliva che tutte le merci in arrivo a Venezia dal Nord Europa dovessero essere depositate nel fontego. Qui venivano controllate, pesate e quindi immagazzinate in attesa delle quotidiane contrattazioni e, grazie alle imposte sugli scambi, questo traffico portava altissimi introiti nelle casse pubbliche. L’edificio divenne rapidamente sede di trattative e compravendite di metalli e pietre preziose, pellicce, cuoio, spezie rare, seta, vetri, broccati, velluti e pizzi che giungevano da oltralpe e dall’Oriente. A seguito di un incendio scoppiato nel 1318, il governo intraprese una politica di acquisto di terreni attorno all’immobile, per poter ampliare gli spazi di vendita e stoccaggio e facilitare le vie di passaggio. All’epoca della realizzazione della celebre veduta prospettica a volo d’uccello della città del 1500, xilografia commissionata a Jacopo De Barbari dal mercante tedesco Anton Kolb e custodita al Museo Correr di Venezia, il fontego era composto da due corti e occupava, su due piani, una superficie non paragonabile a nessun altro spazio dell’epoca.

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